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martedì 22 febbraio 2011

Libia: '''Leggete l'articolo qui non si scherza più accuse anche a l'italia'''oltre mille morti.

Tripoli, oltre mille morti Gheddafi: 'Resisterò'. Onu: 'Stop alle violenze'

Telefonata Berlusconi-Colonnello. Accuse all'Italia: Razzi ai manifestanti. Frattini: Falsità

 
 
 
Tripoli, oltre mille morti Gheddafi: 'Resisterò'. Onu: 'Stop alle violenze' Libia sempre nel caos: testimoni dalla Capitale parlano di oltre mille vittime per i bombardamenti sulla folla scesa in piazza contro il regime. E le violenze proseguono. Nuova apparizione in tv del Colonnello: Ancora non usata la forza ma lo faremo. Un aereo C130 dell'Aeronautica militare è pronto a partire per il rimpatrio di un centinaio di italiani. Appello di Napolitano: ascoltare il popolo. Berlusconi telefona a Gheddafi. Al Jazira mostra immagini di corpi carbonizzati. Palazzo Chigi istituisce un comitato permanente. Due navi militari libiche che si trovavano da ieri alla Valletta avevano l'ordine di bombardare Bengasi, ma hanno disertato.

GHEDDAFI DI NUOVO IN TV - 'Useremo la forza, manifestanti ratti pagati dall'estero'. Nuova apparizione del Colonnello in tv dopo quella lampo della scorsa notte. Il leader libico ha parlato dalla propria abitazione nel centro di Tripoli che fu bombardata da aerei Usa nel 1986 e poi trasformata in un una sorta di monumento nazionale. Una sua figlia adottiva morì nel bombardamento. "Io morirò come un martire, come mio nonno". Ha detto Gheddafi dagli schermi della tv di Stato. "Resisterò: libertà, vittoria, rivoluzione!". Il Colonnello ha attaccato duramente i protagonisti della rivolta: i manifestanti sono "ratti pagati dai servizi segreti stranieri" e gli insorti sono "una vergogna per le loro famiglie e le loro tribù". Gheddafi ha accusato Usa e Italia di avere "distribuito ai ragazzi a Bengasi" razzi rpg. 'Non siamo ancora ricorsi alla forza ma lo faremo', ha minacciato il leader libico. "Chiunque ami Muammar Gheddafi, esca di casa e vada nelle strade. Non useremo violenza", E' l'invito rivolto dal presidente libico durante l'intervento in tv.
BERLUSCONI A GHEDDAFI, NO RAZZI ITALIA A RIBELLI - Il premier Silvio Berlusconi ha smentito seccamente al leader libico Gheddafi la possibilita' che l'Italia abbia fornito armi o razzi ai manifestanti a Bengasi. Secondo quanto si apprende nel corso della telefonata, durata una ventina di minuti e avvenuta dopo le dichiarazioni di Gheddafi, Berlusconi ha parlato con il leader libico della situazione in Libia, ribadendo la necessita' di una soluzione pacifica all'insegna della moderazione per scongiurare il rischio di degenerazione in una guerra civile.
FRATTINI, RAZZI DA ITALIANI? PURA FALSITA' - ''Se fossero confermate le parole di Gheddafi si tratterebbe di una purissima falsita' che lascia sgomenti e sbigottiti''. Cosi' il ministro degli Esteri, Franco Frattini, commenta le parole attribuire al leader libico secondo cui razzi sarebbero stati forniti dall'Italia ai manifestanti. ''Razzi non ne abbiamo mai dati, razzi italiani non ci sono'', ha aggiunto Frattini.
MINISTRO INTERNO, SONO VIVO,PASSO CON RIVOLTOSI - Il ministro dell'interno della Libia, Abdel Fatah Yunis, che nel suo discorso Muammar Gheddafi aveva dato per morto, assassinato a Bengasi, è vivo e ha annunciato la propria defezione e il suo appoggio alla "rivoluzione del 17 febbraio". Lo dice l'emittente Al Jazira.

TESTIMONI, OLTRE MILLE MORTI A TRIPOLI 
- Sono oltre mille i morti a Tripoli durante i bombardamenti sulla folla di manifestanti scesi in piazza per protestare contro il regime di Muammar Gheddafi. A riferirlo è il presidente della Comunità del Mondo Arabo in Italia (Comai) Foad Aodi, che è in costante contatto, da Roma, con alcuni testimoni in Libia. "Manca l'energia elettrica e i medicinali negli ospedali", ha riferito ancora Aodi, che ha rivolto un appello al governo italiano affinché si mobiliti "per un aiuto economico e con l'invio di medicinali in Libia. Il governo non rimanga in coma, sordo e cieco, alla rivoluzione che è in atto in queste ore".
PONTE AEREO RIPORTA A CASA ITALIANI. 400 RIENTRATI DA TRIPOLI,IN ATTESA 160 DA ALTRI LUOGHI - Sono rientrati nel pomeriggio i primi italiani che hanno voluto lasciare la Libia, travolta dalla dura repressione dei manifestanti anti Gheddafi. Centinaia di persone sono rimpatriate oggi, o stanno tornando in queste ore a Fiumicino e Malpensa, mentre non è ancora partito dall'Italia, per motivi di sicurezza, il C-130 dell'aeronautica militare che doveva decollare nel pomeriggio per riportare in Italia un centinaio di italiani.
ENI, SOSPESA FORNITURA GAS DA GREENSTREAM - La fornitura di gas attraverso il gasdotto Greenstream e' sospesa. Lo comunica l'Eni, precisando di essere in grado di far fronte alla domanda di gas dei propri clienti. La decisione di chiudere temporaneamente il gasdotto "Greenstream", che collega l'Italia ai giacimenti della Libia, sarebbe stata decisa dall'Eni già nella tarda serata di ieri, quando, dalla centrale di pompaggio di Mellitha è iniziata la graduale riduzione della quantità di metano da inviare alla stazione di ricevimento di Gela. Motivi precauzionali, legati alla sicurezza degli impianti, avrebbero indotto i dirigenti della società italo-libica a interrompere la produzione e la spedizione del gas. Buona parte del personale indigeno di Mellitha, infatti, non si sarebbe presentato al lavoro, preferendo raggiungere i connazionali in rivolta che manifestano nelle piazze delle città libiche. Restano in servizio in Africa alcuni dipendenti italiani.

NAPOLITANO, STOP VIOLENZE - Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sta seguendo con attenzione le drammatiche notizie provenienti dalla Libia che riferiscono di un già pesante bilancio di vittime fra la popolazione civile. Il Capo dello Stato sottolinea come alle legittime richieste di riforme e di maggiore democrazia che giungono dalla popolazione libica vada data una risposta nel quadro di un dialogo fra le differenti componenti della società civile libica e le autorità del Paese che miri a garantire il diritto di libera espressione della volontà popolare. Lo afferma una nota del Quirinale.

BERSANI, ITALIA MAI COSI' DEBOLE DA 50 ANNI
- "Il presidente Napolitano ha detto parole chiare, quelle che doveva dire il governo italiano nella prima ora. E' un dato di fatto innegabile che questo passaggio drammatico sorprende l'Italia in un periodo di massima debolezza da 50 anni a questa parte per colpa di una politica del ghe pensi mi che ha portato in politica estera a relazioni personali che ci hanno ridotto alla subordinazione". Così il segretario Pd Pier Luigi Bersani attacca il governo sulla Libia.


AMNESTY A BERLUSCONI, INTERVENGA SU GHEDDAFI  - Il premier Silvio Berlusconi chieda a Gheddafi, in virtù dei loro rapporti "stretti e duraturi", l'immediata ed incondizionata fine delle violazioni dei diritti umani che stanno avvenendo in Libia. Lo sollecita, in una lettera inviata in tarda mattinata al presidente del consiglio italiano, il segretario generale di Amnesty Inrternational Salil Shetty. Nella lettera - inviata anche ai ministri Franco Frattini e Roberto Maroni - Shetty chiede anche all'Italia la sospensione della fornitura di armi, munizioni e veicoli blindati alla Libia fino a quanto non sarà cessato completamente il rischio per la popolazione libica della violazione dei diritti umani.
Il governo italiano sospenda l'accordo sottoscritto con la Libia nel 2008 in tema di immigrazione. L'organizzazione chiede quindi che siano sospese le operazioni congiunte con la polizia libica sul controllo dei flussi migratori.

AL JAZIRA MOSTRA IMMAGINI CORPI CARBONIZZATI BENGASI
- Cadaveri carbonizzati e resti di corpi umani "appartenenti alle vittime" dei bombardamenti compiuti contro i civili a Bengasi sono stati mostrati oggi dalla tv panaraba al Jazira. L'emittente ha trasmesso le crude immagini "riprese stamattina tramite telefoni cellulari" nella città costiera a est di Tripoli. Sempre al Jazira ha mostrato altre immagini, "riprese "nell'ospedale centrale" della capitale, dei civili uccisi nelle ultime 24 ore a Tripoli da colpi di arma da fuoco sparati da "mercenari".

APPELLO PROFUGHI, CI UCCIDONO CON COLTELLI E MACETE
- "Ci stanno uccidendo con coltelli e macete". E' questo il messaggio di sos arrivato al cellulare di don Mosie Zerai, presidente dell'Agenzia Habeshia per la Cooperazione allo Sviluppo e lanciato da alcuni profughi che si trovano in Libia. "Profughi Eritrei, Etiopi, Somali chiedono aiuto, ricevo sms dove descrivono la tragedia - spiega il sacerdote -. Vanno nelle case dove vivono gruppi di africani scambiati per mercenari del regime. Decine di questi ragazzi sono quelli che sono stati respinti dall'Italia. Altri stanno morendo nelle carceri libiche come Mishratah, sotto bombardamenti, chiedono aiuto! L'Europa e l'Italia potrebbe offrigli spazi nel suo piano di evacuazione che è già in atto. Chiediamo che venga valutata - è l'appello di don Zerai - la possibilità di salvare la vita di queste persone, anche dando un rifugio provvisorio nell'Ambasciata Italiana".

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